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Alla scoperta della plurisecolare tradizione cristiana dietro la festa di Halloween.

27 Ottobre 2014 in Novità 0

Grandi zucche forate illuminate dall’interno, scheletri e cupe figure incappucciate, risate agghiaccianti e un ritornello ossessivo: dolcetto o scherzetto? Tutto questo è Halloween, una moda, una festa, una nuova consuetudine che si è imposta negli ultimi anni, grazie anche alla persuasività di cinema e televisione.  Ormai la festa di Halloween è entrata perfino nel mondo della scuola: non pochi sono gli istituti scolastici, dalla scuola primaria a quella superiore, dove gli insegnanti fanno festa insieme ai bambini, tra giochi e disegni.

L’argomento Halloween è stato affrontato in tutti i suoi aspetti dallo scrittore Paolo Gulisano, autore di numerosi saggi sulla letteratura fantasy e sulla cultura anglosassone, che insieme alla studiosa irlandese trapiantata negli Stati Uniti, Brid O’Neill, ha dato alle stampe in questi giorni un volumetto dal titolo “La notte delle zucche” (Editrice Ancora, pagg. 96).

Per indagare più approfonditamente sul significato della festa di Halloween, ZENIT ha deciso di intervistare Gulisano.

Da più parti, di fronte al crescere del “fenomeno Halloween”, si è cominciata a manifestare una certa preoccupazione. Lei cosa ne pensa?

Gulisano: E’ vero: c’è chi vede in Halloween un ritorno a forme di “paganesimo”, e chi invece un rito folkloristico e consumistico, una specie di innocuo carnevale fuori stagione. Fatto sta che ormai chi più si ricorda, non solo tra i bambini e i giovani e a livello massmediatico popolare, della festività cristiana che Halloween va soppiantando, ovvero Ognissanti. Il 1 novembre, quando è ricordato nell’accezione cristiana dai mezzi di comunicazione, è praticamente confuso con la festività dei defunti, che cade in realtà il giorno dopo.

Ma che significa Halloween?

Gulisano: Il nome Halloween altro non è che la storpiatura americana del termine – nell’inglese di Irlanda – All Hollows’ Eve: La vigilia di Ognissanti. Questa antichissima festa arrivò negli States insieme agli emigranti irlandesi, e là si radicò, per subire poi, in tempi recenti, una radicale trasformazione. Dagli schermi di Hollywood la moda di Halloween è arrivata così da qualche anno nella vecchia Europa. Dietro Halloween c’è una delle più antiche festività sacre dell’Occidente: una festa che ha attraversato i secoli, con usi e costumi che nel tempo si sono ridefiniti ma che hanno conservato lo stesso significato. le sue origini, i significati dei simboli, sono tuttavia ignoti ai più.

Il suo libro porta i lettori indietro nei secoli, fino a quella grande festa celebrata sin dai più lontani tempi da parte dei Celti il 1 novembre, una ricorrenza che lei ci racconta venne “battezzata” dalla Chiesa nel Medioevo, che la fece diventare la festività – doppia – dei Santi e dei defunti.

Gulisano: Esatto: quella che chiamiamo “Halloween” è in realtà solo l’ultima versione – secolarizzata – di una ortodossa festa cattolica, e il libro cerca di spiegare come è potuto accadere che una tradizione plurisecolare cristiana abbia potuto diventare l’attuale carnevalata in stile horror. Diciamo anzitutto che l’origine del “fenomeno” Halloween è tutta americana: quell’America dove giunsero milioni di emigrati irlandesi con la loro profonda devozione per i santi, un culto oltremodo fastidioso per la cultura dominante di derivazione puritana, che nella sua attuale versione secolarizzata ha deciso di scartare il senso cattolico di Ognissanti, trattenendo nella cosiddetta Halloween l’aspetto lugubre dell’aldilà, con i fantasmi, i morti che si levano dalle tombe, le anime perdute che tormentano quelli che in vita arrecarono loro danno: un aspetto che si tenta di esorcizzare con le maschere e gli scherzi.

Ovviamente il Vecchio Continente non poteva rimanere a lungo senza adottare il nuovo “culto”. Infatti vediamo diffondersi sempre di più da noi Halloween con il suo corteo di articoli più o meno macabri- teschi, scheletri, streghe- che non si propone come una forma di neopaganesimo, non come un culto esoterico, ma semplicemente come una parodia della religiosità cristiana autentica, a fini prevalentemente consumistici: vendere un po’ di prodotti carnevaleschi in più, (il cosiddetto merchandising di Halloween) maschere, teschi, zucche, mantelli cappellacci e altro, nonchè spazi pubblicitari nei film dell’orrore mandati sulle reti televisive. Halloween è proposta commercialmente come una festa giovane, divertente, diversa, “trasgressiva”; ci si traveste da fantasma, strega o zombie e si balla nelle feste.

Tuttavia Halloween non può essere considerato semplicemente un fenomeno commerciale o un secondo Carnevale…

Gulisano: “Infatti: è importante conoscere e saper valutare bene le sue radici culturali, e anche le implicazioni esoteriche che sono andate a sovrapporsi e a cavalcare ambiguamente questa ricorrenza. Il 31 ottobre è infatti diventata una data importante per l’esoterismo nei cui testi troviamo queste definizioni: “Torna il Gran Sabba per quattro volte all’anno… Halloween che è forse la festa più cara”; “Samhain è il giorno più “magico” di tutto l’anno, capodanno di tutto il mondo esoterico”. Il mondo dell’occulto così lo definisce: “è la festa più importante dell’anno per i seguaci di satana”. La data di una importante ricorrenza della cultura celtica prima e di quella cristiana dopo è entrata così a far parte del calendario dell’occultismo.”

Allora che si fa il 31 ottobre?

Gulisano: A mio avviso si può e si deve festeggiare. Il 1 novembre, che fu il Capodanno celtico e poi Ognissanti, è una festività straordinaria per i cristiani, e non vale la pena regalarla a ciarlatani ed occultisti. Non bisogna temere l’Halloween cattivo, e per questo bisogna conoscerlo bene. Halloween, in ogni caso, non si può ignorare, e ormai fa parte dello scenario dei nostri tempi. Che fare dunque? Combatterla in quanto usanza che cancella le care tradizioni di memoria e di raccoglimento attorno al ricordo dei nostri cari che non sono più di questo mondo, afferma qualcuno, che mina alle radici il principio cristiano della comunione dei Santi, vale a dire del rapporto e della solidarietà di tutti i fedeli in grazia di Dio, viventi o defunti che siano.

Educatori e famiglie dovrebbero mobilitarsi contro questa diseducazione del buon gusto, contro questa profanazione del mistero della morte e della vita dopo la morte, ma non è facile andare controcorrente, sfidare le mode imperanti. Allora si può far festa ad Halloween, ricordando che cosa questo giorno abbia significato per secoli e cosa voglia ancora oggi testimoniarci. Halloween va salvata: le va ridato tutto il suo antico significato, liberandola dalla dimensione puramente consumistica e commerciale e soprattutto estirpando la patina di occultismo cupo dal quale è stata rivestita. Si faccia festa, dunque, e si spieghi chiaramente che si festeggiano i morti e i santi, in modo positivo e perfino simpatico affinchè i bambini vengano educati a considerar la morte come evento umano, naturale, di cui non si debba aver paura.

(tratto da ZENIT del 27 ottobre 2006).

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