Le Notizie

Il bambino e l’amicizia

13 Gennaio 2016 in Dalla parte del bambino 0

“L’amicizia è un tipo di legame sociale accompagnato da un sentimento di affetto vivo e reciproco tra due o più persone”. L’amicizia è un sentimento che ha accompagnato l’uomo nella storia: ne troviamo traccia anche nella società greca ed in quella romana.

Oggi si comincia a citare come amici i compagni che frequentano l’Asilo Nido. Certamente è un modo improprio per definire dei rapporti di condivisione di un’esperienza positiva, quotidiana. I bambini piccoli però sono tutti ego-centrati e privi di quelle connotazioni specifiche dell’amicizia come la generosità nei confronti dell’altro, la capacità di sacrificarsi per l’altro, la disponibilità a sostenerlo nei momenti di difficoltà. I bambini molto piccoli, all’asilo imparano ad avere pazienza nella soddisfazione dei propri bisogni, imparano ad aspettare il proprio turno e soprattutto imparano a condividere l’affetto, le attenzioni, i sorrisi, gli abbracci delle educatrici rispetto all’esclusività del rapporto con la madre e questo li aiuta a crescere.

Durante gli anni della scuola dell’infanzia, soprattutto attorno ai quattro-cinque anni, comincia ad affacciarsi nel bambino l’idea di giocare con gli amici, cioè con persone che possono utilizzare gli stessi giocattoli, occupare i medesimi spazi, gustare caramelle estratte da un cestino comune. Quindi con gli amici si vive una vicinanza fisica, ci si frequenta anche al di fuori della scuola in circostanze particolari.

Spesso sono gli adulti che iniziano molto presto ad incoraggiare un rapporto che definiscono “amicizia”, confondendo il termine compagno con amico.

E’ l’ansia di non lasciare senza coetanei il “figlio unico” con il quale diventa impegnativo riempire il tempo dopo l’orario scolastico ed al quale si vorrebbe dare l’universo per renderlo felice.

Ai bambini invece servirebbe in famiglia quello che definisco “il partito dei figli”, presente insieme a quello degli adulti, per i quali sarebbe più semplice, anche se non privo di fatica, tutto il lavoro educativo nei confronti di due o più figli.

Dalla scuola primaria in poi l’amicizia diventa di grande interesse, gratificazione, stimolo ed equilibrio personale. Nei casi migliori nascono dei rapporti che si protrarranno anche nell’età adulta.

A sette-otto anni , quando si litiga non si è più amici, ma poi si fa la pace, poi si nutre grande ammirazione per le caratteristiche e le capacità dell’amico, verso il quale cresce un sentimento di lealtà e di fiducia. La scuola è il luogo privilegiato per il fiorire di questi rapporti perché rappresenta uno spazio e un tempo in cui il bambino si muove con una certa libertà, ma con delle regole ben definite. Qui l’alunno mette a prova la sua capacità di vita sociale, manifesta le sue competenze, esprime le sue esigenze e le sue paure.

Nel gruppo si evidenziano bambini leaders, bambini che non hanno la capacità di esprimersi, bambini capaci di mettere tutti d’accordo durante i momenti di tensione e di tenere insieme la diverse personalità. Si evidenziano anche le preferenze e le affinità da cui scaturiscono le successive amicizie, si sperimenta la possibilità di essere rifiutati, di dover chiedere scusa per un errore, che forse in famiglia sarebbe stato tollerato.

L’amicizia educa a vivere la giustizia, la lealtà, la solidarietà in modo concreto ed è fondamentale per l’autostima su cui si insiste tanto in campo educativo.

E’ contemporaneamente compito dei genitori favorire questo aspetto della vita di un figlio che riguarda una o più amicizie. L’intervento deve essere delicato e rispettoso delle scelte che qualche volta possono essere difficili da accettare. Papà e mamma devono preoccuparsi soprattutto di salvaguardare il vero bene del figlio ed agire di conseguenza, sapendo che col passare degli anni le amicizie influenzeranno sempre di più la sua formazione. Già dalla pre-adolescenza la figura dell’amico potrà diventare la persona da imitare, da ascoltare anche a scapito dell’autorevolezza dei genitori.

Fortunatamente non sempre accade questo, specialmente quando la propria famiglia si è dimostrata negli anni aperta all’amicizia, quando l’amicizia tra i ragazzi coincide con l’amicizia tra i genitori o comunque quando si condividono i valori, le aspettative, le priorità della vita. Allora è possibile sperimentare tutto l’aspetto positivo di questo sentimento.

L’amicizia per eccellenza che può vivere un bambino è però quella con Gesù!

E’ compito, è responsabilità degli adulti insegnare ai bambini ad amare Gesù come il migliore Amico: “E’ l’Amico che ti conosce da sempre, che ti ama così come sei, che non ti tradisce mai, che ti ascolta ogni volta che ti rivolgi a Lui”!

Papà, mamme, insegnanti, catechisti, Guide NET: crescere i bambini con questa certezza in cuore significa offrire loro il dono più grande per la loro vita futura.

Non possiamo dimenticarlo!

Commenti

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
RIMANI AGGIORNATO SU NET!

Per ricevere le ultime novità e promozioni.

Per scaricare i materiali
devi essere registrato
Apparently we had reached a great height in the atmosphere, for the sky was a dead black, and the stars had