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Il bambino e la preghiera (Prima parte)

13 Aprile 2015 in Dalla parte del bambino 0

Tra le responsabilità primarie del genitore cristiano vi è quella di insegnare a pregare ai propri figli o meglio quella di dare testimonianza della propria vita di preghiera.

Prima di entrare nel vivo dell’argomento che coinvolga i bambini, cominciamo a ricordare le definizioni del Catechismo della Dottrina Cattolica:

“La preghiera è l’elevazione dell’anima a Dio”. “L’umiltà è la disposizione indispensabile per ricevere gratuitamente il dono della preghiera”.

E ancora dal Catechismo ecco una straordinaria affermazione:

“Che lo sappiamo o no, la preghiera è l’incontro della sete di Dio con la nostra sete. Dio ha sete che noi abbiamo sete di Lui”.

Si prega per lodare, si prega per ringraziare, si prega per chiedere, si prega per espressione d’amore, perché quando si ama si sente il bisogno di essere in relazione con l’oggetto del nostro amore. Gesù, fattosi Uomo, ha vissuto in continuo rapporto di preghiera con il Padre, soprattutto prima di ogni momento decisivo della Sua missione. Lo ha fatto quando era solo e quando era in mezzo alla folla, al punto che un giorno un discepolo ha avvertito il bisogno di chiedergli: “Signore, insegnaci a pregare” e Gesù ci ha insegnato il Padre Nostro.

Dal Vangelo noi impariamo a pregare perché vediamo come ha fatto Gesù e come ha fatto Maria.

Per la nostra natura umana però non è sufficiente avere un’idea chiara della preghiera per essere persone che pregano. Occorre conoscersi ed aiutarsi per mettersi nella condizione di poter pregare. Cercare di creare le condizioni indispensabili significa, in alcuni momenti, trovare il raccoglimento, la concentrazione, il silenzio interiore ed esteriore.

Pregare è vivere abitualmente alla presenza di Dio, con un atto di volontà che ci mette faccia a faccia, cuore a cuore con Lui.

Per insegnare ai bambini a pregare, dobbiamo essere noi persone che pregano!Per i bambini è molto più facile e naturale perché hanno il cuore semplice e spontaneamente si mettono sulla lunghezza d’onda di Dio.

Gesù ci ha insegnato a pregare, i santi ci hanno dato l’esempio della preghiera, Papa Benedetto XVI ci insegna: “La fiaccola della Fede che avete ricevuto nel Battesimo va tenuta ben accesa con la preghiera…”Il Card. Bagnasco scrive in una bellissima lettera ai Genovesi: “Vorrei che la nostra diocesi respirasse con i polmoni della preghiera”. Dunque non possiamo avere dubbi sulla sua necessità e sulla sua efficacia.

Non mi sto allontanando dalle riflessioni che vogliono coinvolgere i bambini nella preghiera, ma mi sembrano indispensabili i pensieri espressi sino ad ora, proprio per poter vivere con i bambini il dono della preghiera.

Ma dove, come e quando pregare?

In ogni luogo, perché Dio è ovunque (è un’affermazione che affascina molto i bambini), in particolare davanti al Tabernacolo, in famiglia, nel luogo di lavoro, a scuola.

A voce alta, in silenzio, lavorando, mandando un bacio ad un’immagine sacra, con le preghiere che, se siamo stati fortunati, abbiamo imparato da piccoli e che ripetiamo ogni giorno con i nostri bambini, con le preghiere che in ogni circostanza ci sgorgano dal cuore, con le giaculatorie, con la recita del Rosario, che piace alla Madonna.

Sempre, dal nostro risveglio con l’offerta della giornata, sino a quando andiamo a letto, chiedendo perdono per aver amato poco e per il bene non compiuto.

Con la preghiera Gesù ha orientato tutta la Sua vita al Padre. Anche per noi e per i figli dovrebbe essere così, perché la nostra vita diventi preghiera e la preghiera diventi la nostra vita.

Non possiamo trovare giustificazione per non pregare dicendo: “Non ho tempo, ho molto da fare, è difficile, non sono capace!”

A pregare si impara pregando! La risposta al dubbio di come insegnare ai bambini a pregare è:

pregando, pregando sempre con costanza, pregando da soli e con altre persone, pregando con gioia, pregando, pur vivendo la nostra vita attiva.

Anche i nostri figli capiranno che più sapranno pregare, più sapranno amare.

Continua…

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