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I nonni: risorsa o problema?

14 Ottobre 2015 in Dalla parte del bambino 0

“Nonna, mi racconti una storia vera di quando eri bambina?”

Sono parole che spesso esprimono un affetto che non ha paragoni, uno stare insieme che nutre entrambi, una complicità che avvicina e rende unici i rapporti dei nonni con i nipoti.

I racconti sono sempre gli stessi, le domande si ripetono, ma si rinnova ogni volta il piacere di stare insieme, avvolti nel mondo magico del racconto di fatti accaduti in tempi e luoghi lontani e, proprio per questo, fantastici.

Ai nonni va riconosciuta la preziosa testimonianza del passato della famiglia, con riferimento alle radici, alle generazioni precedenti. Essi devono possedere inoltre la saggezza con cui vivere il presente senza rimpianti per il passato, con un atteggiamento positivo verso il bene che continua ad esistere e nella prospettiva del futuro che attende i nipoti in crescita. A loro viene riservato dai nonni un affetto oblativo, senza la diretta responsabilità educativa che spetta ai figli/genitori.

I nonni sono “gli storici” della famiglia!

Dobbiamo però riconoscere che è ormai superato lo stereotipo della nonna che lavora a maglia e che presenta a tavola manicaretti preparati completamente con le sue mani, come faceva mia madre. Il nonno attuale non ha fortunatamente episodi eroici della seconda guerra mondiale da raccontare, perché non l’ha vissuta o comunque era bambino durante quegli anni terribili.

E’ sempre più raro però rivivere riti e tradizioni perché le persone anziane guidano la macchina, usano il computer, lavorano ancora, vanno al cinema, in palestra e alla scuola di ballo. Spesso hanno una vita attiva quanto quella dei figli. Non tutti, ma chi non può permettersi tanto spesso guarda con un po’ di invidia chi sembra essere più fortunato.

Sono numerosissimi invece coloro che si assumono il gravoso impegno di aiutare le famiglie dei propri figli sia da un punto di vista di sostegno finanziario con frequenti iniezioni di euro, sia con un tempo quotidiano dedicato ai nipoti più piccoli, in sostituzione delle mamme e dei papà che sono fuori casa a lavorare. Questo aiuto fondamentale non deve generare un’intrusione nelle decisioni delle famiglie giovani e tanto meno nelle scelte educative dei genitori nei confronti dei nipoti.

Le giovani famiglie hanno necessità di essere aiutate, ma i giovani genitori vanno considerati e trattati come “colleghi” dei nonni, non più come figli prima della loro genitorialità.

Vanno chiariti e rispettati i ruoli ed i comportamenti conseguenti perché oggi è anche facile che nonne “giovanili” e molto attive si ritrovino in gara con le proprie figlie e nuore per mantenere un aspetto fisico e delle abitudini in lotta contro l’età, così da sminuire la ricchezza ed il significato di una figura saggia, ricca di esperienza, più serena e distaccata, capace di affrontare l’esperienza quotidiana in modo più maturo e oggettivo.

E’ auspicabile invece una vita inserita nella realtà della società di oggi, aggiornata rispetto agli eventi, alla cultura, alle conquiste della tecnologia, che però rifiuta la tentazione del permissivismo, del consumismo, della rinuncia a quei valori, che con una eroica fatica quotidiana, hanno rappresentato la parte irrinunciabile dell’educazione dei figli propri.

La figura dei nonni rimane sempre nel cuore dei nipoti, come quella di un affetto-rifugio, con le proprie abitudini, le espressioni tipiche fatte anche di detti, di proverbi, con tante carezze che fanno bene al cuore, con le concessioni che la giusta esigenza educativa di padre e madre non può riconoscere.

I nonni, anche i più moderni ed indaffarati, hanno il dono di saper ascoltare, di saper comprendere e perdonare quello che i genitori incalzati da impegni, ansie e preoccupazioni non riescono nemmeno a sentire. Certamente non devono esagerare nel concedere, soprattutto in contrasto con le scelte dei genitori, che hanno il diritto/dovere di decidere. Per andare tutti d’accordo occorre un patto di alleanza nella coppia dei neogenitori perché i “miei” ed i “tuoi”, diventino i “nostri”. Certamente di discorsi delicati è bene che ciascuno parli ai “suoi” perché ne conosce il linguaggio, la suscettibilità, la sensibilità, ma i nonni ne devono percepire una provenienza comune nei contenuti e proveranno rispetto e stima per entrambi.

La saggezza dei nonni deve aiutare anche il miglioramento delle relazioni parentali, facilmente esposte a malintesi, a ripicche, ad atteggiamenti egoistici che non influiscono positivamente sulla vita dei tanto amati nipoti.

Anche i più anziani, meno efficienti, costituiscono una risorsa di affetto, di saggezza cui bisogna corrispondere dedicando tempo, compagnia, attenzioni generose e sorridenti. I nipoti ne trarranno esempio per quando si troveranno a loro volta ad assumere il ruolo di genitori nei confronti di chi ha bisogno di cure ed assistenza.

Facciamo nostro quello che ha detto il Papa nell’udienza del 4 marzo 2015:

“Gli anziani sono uomini e donne, padri e madri che sono stati prima di noi sulla stessa strada, nella nostra stessa casa, nella nostra quotidiana battaglia per una vita degna. Sono uomini e donne dai quali abbiamo ricevuto molto. L’anziano non è un alieno. L’anziano siamo noi: fra poco, fra molto, inevitabilmente comunque, anche se non ci pensiamo. E se noi non impariamo a trattare bene gli anziani, così tratteranno noi.”

I nonni hanno un cuore grande per amare nipoti, figli e figlie, nuore e generi, a loro è richiesta magnanimità, semplicità d’animo, capacità di perdono: questo deve essere il loro contributo per migliorare veramente il mondo!

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