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Creatività e fantasia per la catechesi

30 Agosto 2022 in Essere Catechisti 0

A cura di Carlo Meneghetti

Docente e formatore


Catechesi, animazione, gruppi giovanili, formazioni, incontri di condivisione, stanno valorizzando sempre di più il mondo del gioco per coinvolgere e attivare una partecipazione attiva.

Soprattutto in questo periodo storico, ancora toccato dalla pandemia, si cercano modalità dinamiche e interattive: quanto appreso nel blocco forzato delle attività in chiave progettuale, creativa, originale, non dovrà essere lasciato da parte, si correrebbe il rischio di tornare al pericoloso “si è sempre fatto così”.

Come dar vita a una progettazione che possa aiutare al raggiungimento dei nostri obiettivi? Sicuramente il gioco è una via da percorrere.1

Anche papa Francesco insiste spesso sulla necessità di sviluppare la creatività e soprattutto nel periodo del lockdown si è osservato come sia possibile reinventare modalità interattive: anche in ambito ecclesiale sono sorte alcune “buone pratiche creative” che possono aiutare anche post-emergenza.

Gesù, nel suo peregrinare, ha usato le parabole come esempio di “gioco” per incontrare tutte le persone e per avvicinarsi alle loro menti, alla loro vita e ai loro cuori.

Da sempre l’essere umano ha utilizzato il gioco per le iniziazioni, per sviluppare le sue potenzialità, per incontrare l’altro, per crescere.

Alcuni studiosi del gioco definiscono le categorie che si possono osservare nel gioco. 

Caillois, ad esempio elenca una serie di aree dove troviamo i giochi che “noi giochiamo”.

Agon: dentro questa categoria troviamo tutti i giochi che hanno a che fare con il mondo dell’agonismo, della competizione, pensiamo ai classici giochi sportivi come il calcio, il tennis, il basket. Quando siamo immersi nella categoria agon “sfidiamo” un avversario, cerchiamo di superare le nostre e le sue capacità per uscire vittoriosi. 

Alea: nel mondo dell’alea scopriamo i giochi che hanno a che fare con il destino, la dea bendata. Il lancio dei dadi, la roulette, il gratta e vinci ne sono un esempio. Non sappiamo che succederà, non abbiamo un avversario fisico dall’altra parte. Pensiamo anche ai quiz televisivi, ai giochi con le domande, alle carte da pescare con dei quesiti.

Mimicry: narrazione e “mimetizzazione” respirano l’ossigeno della categoria “mimicry”. Quando siamo in questo alveo abitiamo le vite di altri personaggi: mondo del cosplay, le cene con delitto, i travestimenti, il carnevale. Non indossiamo solo abiti diversi ma anche gli atteggiamenti di chi rappresentiamo.

Ilinx: si tratta di quei giochi che fanno “perdere l’equilibrio”, che magari ti fanno cadere a terra, l’altalena, le montagne russe, gli sport estremi, ecc…, in quei momenti dove si trattiene il fiato proviamo qualche emozione indescrivibile.

Queste quattro categorie (Agon, Alea, Mimicry, Ilinx) come potrebbero essere utilizzate nella catechesi o nell’animazione?

Queste categorie hanno a che fare con la vita di ciascuno, con la storia di ciascuno. È illuminante, a mio avviso, il messaggio di papa Francesco per la giornata mondiale delle comunicazioni sociali del 2020: “Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria” (Es 10,2). La vita si fa storia. Considerando il mondo della narrazione, il pontefice ricorda che: 

L’uomo è un essere narrante. Fin da piccoli abbiamo fame di storie come abbiamo fame di cibo. Che siano in forma di fiabe, di romanzi, di film, di canzoni, di notizie…, le storie influenzano la nostra vita, anche se non ne siamo consapevoli. Spesso decidiamo che cosa sia giusto o sbagliato in base ai personaggi e alle storie che abbiamo assimilato. I racconti ci segnano, plasmano le nostre convinzioni e i nostri comportamenti, possono aiutarci a capire e a dire chi siamo. L’uomo non è solo l’unico essere che ha bisogno di abiti per coprire la propria vulnerabilità (cfr Gen 3,21), ma è anche l’unico che ha bisogno di raccontarsi, di “rivestirsi” di storie per custodire la propria vita. Non tessiamo solo abiti, ma anche racconti: infatti, la capacità umana di “tessere” conduce sia ai tessuti, sia ai testi. Le storie di ogni tempo hanno un “telaio” comune: la struttura prevede degli “eroi”, anche quotidiani, che per inseguire un sogno affrontano situazioni difficili, combattono il male sospinti da una forza che li rende coraggiosi, quella dell’amore. Immergendoci nelle storie, possiamo ritrovare motivazioni eroiche per affrontare le sfide della vita. L’uomo è un essere narrante perché è un essere in divenire, che si scopre e si arricchisce nelle trame dei suoi giorni.

Riusciamo ad attivare queste narrazioni? Questi intrecci di storie nelle nostre proposte educative?

Il gioco può aiutarci a tessere insieme le nostre vite, a scoprire e a incontrarci.

Cercherò di proporre alcune strategie utili per la catechesi, la narrazione e la formazione. 

L’aspetto da considerare è che tali idee devono necessariamente essere personalizzate e adattate alla propria realtà, si tratta di spunti, di sollecitazioni, di riflessioni tratti da esperienze ludiche abitate durante gli anni.

Cruciverba

Esistono diversi programmi che possono essere utilizzati per la creazione di cruciverba personalizzati, uno di questi è Eclipse Crossword.

Il cruciverba, affascina piccoli e grandi, stimola la curiosità e incentiva la sfida.

L’utilizzo del cruciverba è poliedrico: prima di iniziare una tematica per verificare la conoscenza di alcune basi, a metà percorso per una verifica, a fine percorso per fare sintesi…

Ciascuno trovi la propria modalità e personalizzi il tutto considerando i destinatari.

Immagini

Le immagini sono molto utili in particolare se pensiamo alla narrazione; si può considerare l’utilizzo di foto recuperate dalla rete o illustrazioni appositamente realizzate dagli educandi.

Si possono inoltre creare carte a tema: la Genesi, i personaggi biblici, i Vangeli, oggetti e panorami nella vita di Gesù, ecc. 

Dopo aver suddiviso il gruppo in piccoli sottogruppi si consegnino le carte assegnando il “compito”, per esempio:

• Ordinate le carte e narrate la vicenda biblica che scoprite nelle carte.

• Utilizzate le carte pescate per raccontare l’abbigliamento delle persone al tempo di Gesù.

• Ordinate cronologicamente le varie vicende presenti.

• Ordinate per età i personaggi presenti.

Parabole in meme

Prendo spunto da un laboratorio che ho sviluppato durante il Lucca Comics & Game nell’edizione del 2019  e destinato a tutti gli operatori pastorali dell’Arcidiocesi di Lucca. 

Il tutto era inserito in un percorso dedicato al legame “nuova comunicazione e pastorale”. 

Per meme intendiamo una serie di immagini che riprendono situazioni/personaggi virali in rete: basta fare una ricerca in rete e si potrà facilmente rendersi conto della creatività presente. 

Durante il laboratorio è stato assegnato questo compito: “Prendete una parabola a vostra scelta e raccontatela utilizzando il linguaggio dei meme”. 

I partecipanti, suddivisi in gruppi, dopo aver scelto il brano evangelico e dopo essersi confrontati, hanno realizzato uno storyboard e, successivamente, plasmato i diversi meme per attualizzare la parabola.

I prodotti del laboratorio sono stati molto interessanti e hanno permesso di osservare in modo diverso le classiche parabole di Gesù. 

Lo stesso laboratorio si può proporre anche ai nostri educandi considerando sempre la doverosa personalizzazione.

Altre proposte: escape room, memory, tautogrammi, scopri la parola, Padlet, Mentimeter, condivisione in rete, ecc…


Continua a leggere il dossier e a scoprire le altre modalità sul numero 20 di Essere Catechisti

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