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La preghiera dei Salmi per trovare l’indirizzo di Dio

14 Aprile 2023 in Spiritualità 0

A cura di sr Stefania Baneschi

Francescane Missionarie di Gesù Bambino


Il vangelo di Marco inizia presentandoci una “giornata tipo” di Gesù nella cittadina di Cafarnao. Il racconto ci descrive un rabbì in movimento. Si passa dalla sinagoga, alle strade, per poi arrivare alla casa di Pietro. Giunto alla porta della città il Signore guarisce tutti ma appena un poco più avanti… un luogo deserto… e il egli scompare al nostro sguardo. Non è a caso. Il narratore “rapisce” Gesù dalla nostra pretesa di sapere tutto… e proprio lì, in quell’assenza, compaiono Simone e i discepoli…sulle tracce del Signore. (Mc 1, 36)

Con Simone ci troviamo anche noi, siamo di quelli che “erano con lui” e si domandano perché non riescono a vederlo e a sapere dove è con esattezza e sicurezza. Mi capita spesso: incontrare bambini, giovani, adulti, che mi fanno la stessa domanda, che si chiedono e mi chiedono come si fa a scoprire “quale è l’indirizzo di Dio”, dove egli stia di casa e quale sia, quindi, la strada per trovarlo, per riconoscerlo presente nelle proprie giornate, vicino alla vita di tutti i giorni. I più “piccoli” in particolare hanno questa grandissima capacità di farsi domande tanto profonde con estrema libertà e leggerezza e spiazzarti! Sentono il bisogno di stabilire una connessione, di sapere come fare a “sentirlo” vicino, vivo. Ho sempre pensato che sia proprio da queste domande aperte che inizia la preghiera. E’ proprio questa inquietudine, questo sentirsi sfuggire qualcosa… ad essere il nucleo stesso di ogni preghiera.

La preghiera non è una caccia al tesoro, non è un enigma da risolvere. Certo, la preghiera è ricerca, e chi sostiene di non saper pregare ma almeno si chiede come fare… è già al primo passo. Gesù, nel racconto di Marco, si ritira…e chi desidera incontrarlo non si rassegna ma si mette sulle sue tracce. Cerca, cioè, di non estraniarsi dalla realtà, da quello che c’è, da quello che ha davanti ma va in profondità, scava e prende sul serio ogni indizio perché potrebbe portare a lui. L’evangelista non ci dice quali tracce Simone riconosca sulla strada, quali orme abbia seguito, per arrivare a trovarlo e a gridargli – o almeno questo intuisco che sia – “tutti ti cercano”! (Mc 1, 37). No, non ci dà la mappa precisa, però tra le righe una indicazione molto chiara ce la lascia: non fuggire dalla vita, non allontanarti troppo da dove ti trovi, non cercare di sforzarti per cambiare quello che sei e come sei. Cosa occorre fare allora? è necessario invece scrutare bene l’impronta che quello che stai vivendo sta lasciando dentro di te, osservare le situazioni, ascoltare ciò che accade intorno, i fatti, le persone, i sentimenti.

Il Vangelo ci accompagna a vedere che cercare di “geolocalizzare” il Signore Gesù è già il primo passo della preghiera e che il luogo dove cercare le orme del Signore è lì dove ti trovi, quello che vivi: gioia o tristezza, pienezza o aridità, fallimento o realizzazione. Nessun luogo del cuore, nessuna situazione che stiamo attraversando è lontana, estranea o indegna del suo passaggio. Dare un nome a tutto questo e riconoscerlo non è una cosa immediata, ci vuole una scuola, un allenamento e la sapienza della Parola di Dio ci viene in aiuto attraverso le preghiere dei salmi. I salmi sono la preghiera della fede ma sono anche specchio dell’animo umano. Sono l’incontro e l’intreccio tra parola umana e parola divina. Nessun sentimento, nessun vissuto, è escluso da questa forma di preghiera. Come in un cerchio in cui il punto di partenza è anche punto di arrivo ci lasceremo guidare dal salmista per scovare nell’intimo del cuore le orme dell’altissimo Dio e, iniziando con il cercare… finiremo con il lasciarci trovare da colui che dall’eternità si è messo sulle nostre tracce.


Continua a leggere l’articolo sul numero 25 di Essere Catechisti

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