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Visitare i malati e i carcerati

16 Settembre 2016 in Le catechesi di Padre T. 0

Finora non mi è mai successo di rimanere a letto per molto tempo o di non poter uscire dalla mia stanza per malattia. Ringrazio il Signore di questo dono.

Ma ho avuto esperienza come sacerdote di tante persone giovani o anziane che sono costrette a rimanere allettate o in cliniche di cura per tanto tempo.

Normalmente vedo queste persone soprattutto quando porto loro la Comunione o quando è successo qualcosa a un amico e lo vado a trovare mentre è in cura.

Quasi sempre, all’uscire da quella casa o quell’ospedale mi dico: “ma che bravo che sei! Tu vieni qui e rimani 30, 40, 50’ e te ne vai così tranquillo mentre loro ci vivono qua dentro e in quelle condizioni!”.

Più che sentirmi bene per il gesto che ho appena fatto, mi recrimino di quanto poco penso a queste persone.

Mettiamoci nei loro panni. Se sono anziani, vivono in strutture certamente ben fornite dei servizi che a loro servono, ma sono immersi in un ambiente davvero deprimente. Sta quasi meglio chi non capisce ormai più nulla che chi invece è ancora consapevole di dove si trova. La comunicazione è ormai ai minimi livelli, le amicizie sono molto difficili da mantenere, si vive di ricordi e si cerca in tutti i modi di ricevere un sorriso sincero, una buona parole, un gesto di affetto sincero. In poche parole si vuole essere trattati non come scarti che attendono la morte ma come persone che meritano tutto l’affetto.

Davvero è triste leggere i casi in cui la polizia irrompe in case o appartamenti e trova un anziano morto da giorni o settimane perché nessuno lo andava a trovare.

Quanta di questa povertà ci circonda! Non ce ne rendiamo conto ma esiste, è nei nostri condomini, nei nostri quartieri. C’è ma è ben nascosta forse.

Sta a noi, alla nostra attenzione, alla nostra carità scovarla, conoscerla e aiutarla.

Non lasciamo passare questo anno di Misericordia senza aver fatto un gesto concreto verso questi nostri fratelli e sorelle che non possono più uscire dalle loro case e che invece hanno bisogno del nostro amore.

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