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Le false immagini di Dio

25 Ottobre 2017 in Think BIG! Think NET! 0

I bambini si sa, sono una spugna: assorbono tutto quello che viene loro detto, quello che viene loro presentato. Come catechisti, abbiamo una grande responsabilità nelle cose che facciamo passare durante gli incontri.

Un punto molto importante, possiamo dire quasi basilare è l’idea stessa di Dio che trasmettiamo ai bambini. La domanda da farci è “che idea ho io di Dio?” perché sarà quella che poi trasmetterò ai bambini che mi sono stati affidati.

La vita cristiana è un processo, un cammino in cui impariamo ad amare e conoscere Dio. Nessuno degli apostoli iniziò il proprio percorso con Gesù sapendo con certezza chi fosse. Poco a poco, grazie agli insegnamenti d’amore del Signore, Gesù si rivelò nella pienezza della Sua divinità; ma prima che ciò accadesse gli apostoli maturarono delle convinzioni personali su chi fosse Gesù, partendo dalle proprie aspettative, ansie, paure, ferite, sogni, difetti, illusioni e da altro ancora.

Tutti noi abbiamo o comunque partiamo, di base, da un idea viziata di Dio, calibrata su nostre ferite, aspettative, delusioni, desideri. Pensiamo ai giovani d’oggi lontani dalla Chiesa: l’80 % di loro ha idee sbagliate su Dio legati a luoghi comuni e ad una catechesi fatta male… dato che dopo i sacramenti non hanno ricevuto più nulla, rimangono con quell’idea lì, con quello che gli hanno dato da piccoli a catechismo.

Esaminiamo le false immagini di Dio

Il Dio dei buoni(isti)

Si tratta di una concezione della fede de-virilizzata per la quale non si sarebbe cristiani se non si accettasse il dialogo a qualunque costo, se non si rinunciasse ai princìpi per non urtare gli altri, se non si fosse pronti a subire qualsiasi cosa senza tentare nemmeno la minima difesa. È una concezione errata! Non è carità, non è bontà… è buonismo e Dio è buono, infinitamente buono ma non buonista! Una certa religiosità presenta Gesù come l’archetipo del bravo bambino: politicamente corretto e pacifista, privo di ogni spigolosità. Sono quelli che confondo la misericordia con il buonismo.

Il Dio degli intellettualoidi

È un Dio molto esigente. Per lui ciò che importa è che i suoi seguaci lo comprendano, conoscano la sua storia, ammirino i suoi dogmi e abbiano una teologia ortodossa, secondo il catechismo della Chiesa, ovviamente.

I seguaci di questa divinità erudita hanno sentito parlare molto di Dio, non avendo però mai parlato con Dio. I loro discorsi sono corretti, e anche belli, ma lasciano un gusto insipido, di qualcosa di letto ma non vissuto… li incontri e ti chiedi “ma questo ha incontrato Gesù nella sua vita?”.

Sono quelli ce l’hanno con Papa Francesco, sono i fissati con la liturgia (ci sono tanti abusi per carità…), etc. La dottrina e i contenuti della fede sono importanti, sono fondamentali ma perdono di senso se non viene fatta fare una esperienza concreta, tangibile di amicizia con Gesù.

Credono di amare Dio perché lo conoscono. Ed è qui che questi studiosi diligenti si sentono frustrati… a loro costa comprendere che il miglior modo per studiare l’Amore è l’amore stesso.

Il Dio meritocratico

Secondo questi Dio contempla continuamente il peccato degli uomini. Ti devi comportare bene altrimenti Dio ti punirà, altrimenti Dio è triste. L’amore di Dio non si copra a furia di buone azioni o di preghiere ripetute.

Noi con Dio la prima cosa che dobbiamo fare è:

  • lasciarci amare da Lui;
  • imparare ad amare noi stessi e ad accettare quelle parti di noi di cui abbiamo più vergogna; è lì che dobbiamo far entrare Dio, sono le nostre ferite che Lui vuol trasformare in feritoie di resurrezione;
  • iniziare ad amare gli altri (“amerai il prossimo tuo come te stesso”; come amo me stesso ? Mi amo prima di tutto?).

Figlie di questa concezione sbagliata di Dio sono tre idee da “ri-evangelizzare”:

  • Attenti con la meritocrazia con i bambini perché si fanno dei danni grandissimi. L’amore di Dio è gratuito, non si merita, non si compra. Non devi fare niente per meritarti l’amore di Dio: è un dono gratuito di sé. Devi solo accoglierlo.
  • Non c’è un corrispettivo logico tra quello che di male faccio (il mio peccato) e quello che di brutto mi capita nella vita. Dio non è una divinità pagana da ingraziare perché altrimenti ti punisce. Così come non è che devo pregare e fare buone azioni affinché tutto mi vada bene nella vita.
  • Dio è perfetto sì, ma non perfezionista. E solo Lui è perfetto. Il voler essere perfezionista vuol dire che vuoi fare a meno di Dio. Paradossalmente “grazie” al peccato incontri Dio. Il nostro è un Dio che è venuto a salvare, non a condannare.

Il Dio degli astronomi

È un Dio lontano, vive nel cielo ma non c’entra niente con la mia vita quotidiana. È un idea, non una persona. Una teoria. Un insieme di regole e di precetti morali. Questi credenti sono tristi: credono di essere redenti ma non vivono come tali, credono di essere amati ma non lo sentono, credono che l’Eucaristia sia il corpo del Dio vivente ma il loro Dio, in realtà, è morto.

Dio è un padre concreto: lo è nelle lacrime, nei sorrisi, nelle frustrazioni e nelle gioie della vita quotidiana. Non è astratto o freddo, non rappresenta qualcosa del futuro o dei tempi che furono.

Un Dio che non ride, non gioca, non scherza. Per loro è sempre “Quaresima”.

Il Dio dei mistici

Questo Dio provoca nei suoi seguaci un mix di piacere e orgoglio. Chi lo segue sperimenta, all’inizio, il calore e la vicinanza del Dio vivo ma solo dal punto di vista di un esperienza sentimentale. Questi uomini dicono molte preghiere ma pregano poco. E potrebbe trattarsi anche di uomini caritatevoli; ma tutte le loro attività religiose sono incentrate su loro stessi, nell’orgoglio e nel piacere dei sensi che provano.

Ecco perché chi crede in questa divinità ha la costante necessità di vantarsi e di parlare in lungo e in largo della propria vita spirituale davanti agli altri. È un meccanismo disperato ma efficace; l’affetto e gli applausi ricevuti fanno rivivere momentaneamente le sensazioni piacevoli necessarie a portare avanti la messa in scena, a indossare la maschera del mistico.

Fanno a gara a chi è stato più volte a Medjugorje. Cercano segni, coincidenze, dioincidenze, veggenti, prodigi, disastri futuri, Madonne che piangono etc.

Il Dio dei cristiani… finalmente!

Ma com’è veramente il Dio dei cristiani? Com’è questo Dio che vogliamo far conoscere ai bambini? Il Dio dei cristiani è un pastore che dice di essere un “buon pastore” ma in realtà si perde le pecore perchè non le obbliga a fare ciò che Lui vuole. È sbadato, lascia aperto il recinto e si giustifica dicendo che è l’amore a definire i confini dell’ovile, e non le sbarre o i castighi.

È un Dio che ama le sue pecore e le chiama per nome, una ad una. Ecco perché quando ne manca una Lui lo sa subito e fa di tutto per andarla a recuperare. È capace di lasciare le 99 pecore per andare a recuperare la pecora traditrice!

Non importa com’è il tempo, il Dio delle pecore smarrite non si arrende mai né interrompe la sua ricerca. Affronta i lupi e li sottomette a sé, perché il Dio delle pecore smarrite è capace di dare tutto, anche la sua vita, per loro.

E non importa la sua condizione, quando questo Divino Pastore trova una pecora non le recriminerà nulla, è così felice di averla trovata che dimenticherà tutto, la chiama per nome e la riporta all’ovile sulle sue spalle. Questo è il Dio dei cristiani!

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