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I pastorelli di Fatima: possono essere esempi per i bambini di oggi ?

15 Maggio 2017 in Think BIG! Think NET! 2

Mi è capitato tempo fa di leggere un libro sui pastorelli di Fatima: La storia di Fatima scritta da Lucia. Un libretto edito dalla Casa Mariana nel 1979 e tratto dalle memorie di Lucia del 1937.

Lucia racconta i fatti parlando in particolare di Giacinta che all’epoca delle apparizioni aveva 7 anni. I bambini non parlano della Madonna, o Madre di Dio, ma della Signora, perché non sanno ancora chi è.

Vi riporto uno stralcio: “Nella terza apparizione, Francesco sembrò il meno impressionato alla vista dell’inferno, nonostante che avesse prodotto anche in lui una sensazione notevole. Ciò che più lo impressionava era Dio, la Santissima Trinità attraverso quella luce immensa, che ci penetrava nell’intimo dell’anima. Diceva in seguito: “noi stavamo ardendo in quella luce che è Dio, ma senza bruciarci. Come è mai fatto Dio!? È impossibile dirlo. Ecco una cosa che non saremo mai capaci di dire! Quale pena, però, che Lui sia così triste. Oh, se potessi consolarlo!””

…e ancora riguardo a Giacinta: “Mi è stato chiesto. Come è che Giacinta, così piccina, abbia potuto lasciarsi cosi pervadere e assorbire da un tale spirito di mortificazione e penitenza? Mi sembra sia stato anzitutto per una grazia speciale che Dio le volle concedere per mezzo del Cuore Immacolato di Maria; in secondo luogo per la visione dell’inferno e della terribile sorte delle anime che vi cadono. [..] Spesse volte sedeva per terra o su un sasso, e cominciava a dire come assorta: “L’inferno! L’inferno! Quanta pena mi fanno le anime che vanno all’Inferno! […]” e come scossa da tremiti si inginocchiava, per recitare con le mani giunte la preghiera che la Madonna ci aveva insegnato: “Gesù mio! Perdonate le nostre colpe, liberateci dal fuoco dell’inferno, portate in cielo tutte le anime specialmente quelle che ne hanno più bisogno.” […] Quando non voleva mangiare per fare una mortificazione le dicevo:

-Su, Giacinta, adesso mangia!

-No! Offro questo sacrificio per i peccatori, che mangiano troppo.”

Nel libro sono descritti moltissimi episodi che raccontano la loro preghiera e i loro sacrifici che offrivano alla Madonna per salvare i peccatori e per consolare i Cuori di Gesù e Maria.

7 e 9 anni, bambini poco istruiti e semplici nati in un ambiente semplice. Eppure capaci di grandi cose, per amore a Dio e alle anime.

Che meraviglioso esempio per noi e per i bambini che ci sono stati affidati.

Noi possiamo chiedere molto ai bambini e senza paura di creare danni. La Madonna stessa chiese ai bambini di usare il cingolo solo di giorno e non per dormirci anche… incredibile!

Sarà capitato anche a voi di avere alcuni bambini pronti a sacrificarsi per gli altri o esprimere forte sensibilità per situazioni di sofferenza o disagio di altri. Di proporre preghiere o di fare spontaneamente piccoli sacrifici. Cogliamo immediatamente l’occasione per spiegare il valore del sacrificio.

Partiamo prima di tutto da noi. Abbiamo capito bene il valore di ogni sofferenza, se offerta a Dio? Abbiamo compreso anche in minima parte il sacrificio di Gesù nel morire sulla Croce per noi?

Il suo sacrificio, la sua obbedienza al Padre dando tutto sé stesso senza trattenere niente per sé è stato certamente sufficiente per salvare ogni creatura dal primo all’ultimo uomo sulla terra.

Nonostante questo e per un dono che Dio stesso vuole farci, noi abbiamo la possibilità di unire le nostre sofferenze a quelle di Cristo. Infatti la Chiesa è un solo corpo con il Signore. Di questo corpo Gesù è il capo e noi le sue membra. Che cosa manca dunque? Che la passione, che per ora si è compiuta nel corpo fisico di Gesù, si prolunghi anche nelle sue membra, la Chiesa che siamo noi. Questo soffrire nostro diventa inoltre non solo a nostro vantaggio ma anche di tutto il corpo di Gesù.

Prendiamo esempio noi per prime da questi “3 pastorelli”, dato che la chiesa li mette come modelli.

Giacinta e Francesco saranno, infatti canonizzati proprio il 13 maggio 2017 per il centenario delle apparizioni. Offriamo al Signore le nostre preghiere e sacrifici e insegniamo ai bambini a farli.

Rimettiamo in pista l’usanza dei fioretti. Vi stupirete delle risposte. Che muove il nostro cuore e la nostra volontà è l’Amore. Sembra banale, ma è la verità.

Durante una Via Crucis, organizzata con i bambini che si preparavano alla Prima Comunione, una delle animatrici (14 anni) si toglie le scarpe e decide di farla scalza. Poco dopo uno dei bambini la vede e si toglie anche lui le scarpe, poco a poco quasi tutti lo imitano. Fanno tutto il percorso fino in fondo offrendo il sacrificio a Gesù. Una cosa piccola e diciamo anche un po’ avventurosa per loro, ma lo spirito è quello di non tirarsi indietro, anzi di proporsi, se motivati.

Con semplicità di cuore seguiamo l’esempio di Gesù e dei santi e arriveremo alla meta in Paradiso in compagnie di molte anime!

Poi c’è la parte pratica e umana. Siamo deboli e incostanti, poco fedeli, rimandiamo a domani. Confondiamo un fioretto dal cibo con la dieta. Ci scoraggiamo se non vediamo risultati quando offriamo un sacrificio.

Per quanto riguarda poi i ragazzini, brontolano, non capiscono, qualcuno tira indietro e contagia gli altri, a volte i genitori si oppongono ma è tutto normale. Sappiamo che la vita cristiana è impegnativa.

Sappiamo che veniamo tentati. Viz è sempre in agguato con noi, ma anche con i bambini. Non perdiamo la speranza, quello che non viene capito oggi riusciremo a riproporlo l’anno prossimo!

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