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Il gioco al catechismo: un’opportunità di evangelizzazione

18 Ottobre 2016 in Think BIG! Think NET! 0
giochi catechismo

Il catechismo rivolto ai bambini della fascia 6-11 anni deve sempre tenere presente chi sono i bambini. Nel mondo dei piccoli il giocare rimane il modo migliore e più adatto per imparare, socializzare, adattarsi, crescere.

Giocare, quindi, non assume il significato di un passatempo come succede più avanti nell’età adulta.

Non entro nello specifico della pedagogia o psicologia dato che non ne ho le qualifiche, ma vorrei dare lo spunto per alcune considerazioni che ci potranno aiutare a fare catechismo o oratorio o Club NET utilizzando lo strumento del gioco, inteso come gioco di gruppo, ovviamente.

All’interno dell’attività di formazione dei bambini ho notato grande efficacia nel proporre giochi che, ripetuti parecchie volte, sono stati di aiuto a memorizzare, imparare e capire concetti che altrimenti sarebbero rimasti astratti.

Per esempio lo sviluppo delle virtù umane che noi di NET proponiamo come parte del cammino catechetico viene aiutato se proposte nei giochi. La pazienza nell’aspettare il proprio turno, la delicatezza nei giochi dove non bisogna farsi scoprire, il saper perdere, il mettere a servizio i propri doni a favore di tutta la squadra.

Gesti e riti che poi sono utilizzati anche nelle celebrazioni ma che durante i giochi sono puro divertimento, sperimentando anche la bellezza dello stare insieme.

Leggo nel libro di Augusto Cury “Il maestro dei maestri”, che cerca di capire e spiegare la pedagogia che Gesù usa con i suoi discepoli, che «le prime lezioni impartite a coloro che desideravano essere vincenti erano: imparare a perdere, riconoscere i propri limiti, non desiderare di essere al centro del mondo, spezzare l’egoismo e amare il prossimo come se stessi».

Aiuterebbe, per esempio, che il premio alla squadra che ha vinto sia l’aiutare o servire gli altri (per esempio la merenda, o il fermarsi a mettere a posto la sala dopo l’incontro). Questo perchè chi vince o ha comunque dimostrato una abilità, deve mettere i suoi talenti a servizio degli altri. Dopo le prime volte di stupore e brontolii i bambini capiscono bene e sono contenti di aiutare.

Il gioco insegna a non essere il centro del mondo, perché chi vuole comandare o vuole che le cose vengano fatte a modo suo, rovina il gioco agli altri e lui è il primo a non divertirsi.

Il gioco ristabilisce anche il rapporto con l’adulto che diventa l’arbitro imparziale del quale bisogna avere fiducia.

E poi l’obbedienza alle regole; chi sta alle regole permette che il gioco possa realizzarsi. Che fatica facciamo a insegnare l’obbedienza? Eppure nei giochi è indispensabile seguire le regole.

Durante un incontro di catechismo il gioco non dovrebbe essere il momento di svago o il premio se i bambini si sono comportati bene, ma parte stessa della struttura, dovrebbe essere esso stesso un momento educativo.

Un’idea di alcune tipologie di giochi di evangelizzazione si possono trovare nel DVD Corsi di formazione per catechisti, in cui, attraverso una serie di video tutorial, vengono spiegati alcuni giochi di gruppo da fare con i bambini.

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